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Frangisole, la protezione nata dal design

17 Gennaio 2017 Blog 0
Frangisole, la protezione nata dal design

Esteticamente donano un valore aggiunto, sono altamente utili e immancabilmente ci proteggono dalla potenza solare che in altro modo danneggerebbe le superfici esterne delle nostre abitazioni e non solo, rendendo gli interni più caldi del necessario.

I frangisole, infatti, in primo luogo servono a questo: a schermare i muri esterni affinché la casa o l’edificio interno resti fresco e richieda meno energia per raffreddare, o addirittura nulla, in casi di progettazione con ottimo isolamento. Sono molte le possibilità di applicazione, differenti in forme e posa.

La scelta dipende dallo stile esterno dell’ambiente e del luogo da proteggere, affinché sia rispettata la natura dell’estetica iniziale.

Tantissimi i materiali impiegati per questi elementi di protezione: dal semplice legno a materiali più particolari come le tecno ceramiche o le più svariate tipologie di metalli.

Di grande gusto e spesso impiegato, anche il legno assume fondamentale importanza nella realizzazione dei frangisole per esterni. Lamelle, asticelle o assiti, rivestiti con materiali protettivi, svolgono funzione mirata di assorbimento e protezione dei raggi solari, con effetti immediati riscontrabili all’interno dell’ambiente abitativo.

 

Anche le porte antieffrazione, quelle che normalmente chiamiamo blindate, hanno una classe di sicurezza con la quale si misura la capacità della loro resistenza ai ladri: approfondiamo l’argomento!

17 Gennaio 2017 Blog 0
Anche le porte antieffrazione, quelle che normalmente chiamiamo blindate, hanno una classe di sicurezza con la quale si misura la capacità della loro resistenza ai ladri: approfondiamo l’argomento!

Questione di classe. Anche le porte antieffrazione, quelle che normalmente chiamiamo blindate, hanno la loro. In sei classi, infatti, regolate dalla norma Uni En 1627, si misura la capacità della loro resistenza ai ladri; queste sono distinte dal superamento di specifici test, con criteri che riguardano la serratura, la tenuta della blindatura e anche la qualità dell’isolamento termoacustico.

«I prodotti devono superare una prova tipo presso un istituto specializzato. E poi devono sottostare a controlli periodici di produzione, che garantiscano la conformità al campione iniziale provato», spiega Renato Gasperotti, presidente Ucct (Unione costruttori chiusure tecniche). I test, secondo le norme Uni En 1628, 1629 e 1630, servono a determinare la resistenza al carico statico, dinamico e manuale. «Le prove – continua Gasperotti – mettono in luce le carenze progettuali, anche nei particolari che possono inficiare la sicurezza di tutta la struttura, come il diametro delle viti o le saldature imperfette. E simulano l’attacco di un malintenzionato, secondo particolari strategie e con un preciso set di strumenti da scasso a disposizione». Attrezzature e tempo di effrazione definiscono il livello di resistenza.
Per capire in modo indicativo le differenze, la classe 1 (livello più basso) è efficace contro chi utilizza solo la forza fisica per aprire la porta. La classe 2 è invece in grado di resistere a tentativi di scasso con attrezzi semplici (cacciavite, tenaglie eccetera). Per la porta di classe 3, il test prevede anche l’uso di un piede di porco e simili. Mentre la classe 4 è adatta a respingere uno scassinatore esperto, che può servirsi anche di seghe, accette, scalpelli e trapani portatili a batteria. Si aggiungono poi attrezzi elettrici più sofisticati come le seghe a sciabola (classe 5) e ad alta potenza (classe 6). In base alla classe, sono richiesti tempi netti massimi di attacco da 3 a 20 minuti, mentre i tempi totali – che includono l’osservazione, la preparazione degli attrezzi, il cambio punte – vanno da 15 a 50 minuti.

Su quale porta orientarsi per proteggere la propria abitazione? In generale, per un appartamento in condominio può essere sufficiente una classe 2. Per appartamenti signorili, con beni di lusso, è consigliabile una classe 3. Per villette e case unifamiliari sono preferibili le classi 3 e 4. Mentre le classi 5 e 6 sono più adatte ai negozi, ma nulla impedisce – se non il prezzo, pari a circa il doppio di una classe 3 (vedi sotto) e la relativamente difficile reperibilità – di sceglierle per la propria casa. «Per una buona sicurezza bisogna quindi prendere in considerazione le classi 3 o 4», sintetizza Gasperotti. Ma qual è il costo? «Esclusi montaggio e Iva, una classe 3 costa intorno ai mille euro. Mentre una di classe 4 circa 1.300».

Un buon sistema di allarme antintrusione (vedi Casa24 Plus del 28 giugno, ndr) serve a poco senza una porta blindata, come anche questa può rivelarsi inutile se poi è facile l’ingresso, ad esempio, dalle finestre. «I punti di attacco sono i meccanismi di movimentazione e il vetro – afferma Marianna Frugiuele, divisione Ricerca e sviluppo di Spi Finestre –, sui primi ci si può tutelare grazie ai cosiddetti funghi antieffrazione, che rendono più difficile l’apertura assicurando le ante». Una sorta di aggancio che impedisce la forzatura con scalpelli o altri arnesi. «I vetri hanno già alcuni obblighi imposti dalla norma Uni En 356 che valuta tra l’altro la sicurezza al di sotto del metro dal piano di calpestio (si pensi alle porte finestre). Ma si può prevedere comunque un doppio vetro stratificato su tutte le finestre. Mentre la maniglia deve essere con chiave o bottone, per evitare che il ladro, attraverso un foro nel telaio, inserisca un perno con cui farla girare facilmente». Questi accorgimenti fanno salire il prezzo delle finestre, rispetto a quelle più indifese, solo di pochi punti percentuali.

Fonte: www.casa24.ilsole24ore.com